Gli egiziani assegnavano grande importanza alla cosmesi e alla pulizia personale. I benestanti avevano in casa una stanza da bagno, ma anche i poveri non rinunciavano a lavarsi almeno una volta al giorno, usando cenere o argilla come detergente. Nelle tombe si sono rinvenuti numerosi utensili da toeletta: specchi, rasoi, tavolozze e spatole da ombretto e vasetti di kajal. Particolarmente importante era la cura dei capelli. Benché nelle occasioni ufficiali gli antichi egiziani indossassero una parrucca, non rinunciavano a tenere sani e puliti i capelli naturali. La parrucca infatti non li copriva completamente: i ritratti mostrano spesso una frangia liscia che spunta sotto una parrucca a treccioline. Le parrucche erano realizzate in capelli naturali o in fibre vegetali e quelle delle regine erano talvolta ornate da piume di avvoltoio. Esse venivano ornate anche di nastri e gioielli e cosparse di profumo. Il faraone sopra la parrucca indossava il caratteristico copricapo detto nemes, formato da un tessuto a righe azzurre e dorate, che ricadeva con due lembi sulle spalle. Sulla fronte portava un diadema a forma di cobra, l’uraeus. I sacerdoti si rasavano completamente il capo per ragioni di purezza rituale. Anche i bambini venivano rasati, eccetto una treccia che dalla tempia destra ricadeva sulla spalla.